MARCO FORNARO 

Marco Fornaro

Sono un ingegnere, un ipnotista, un coach, un intellettuale, ma soprattutto sono una persona che ha sempre vissuto molto intensamente

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La prima volta che hanno cercato di uccidermi – Parte 1 – L’aggressione

2025-01-18 16:32

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IL MONDO OSCURO,

La prima volta che hanno cercato di uccidermi – Parte 1 – L’aggressione

La prima volta che hanno cercato di uccidermi mi hanno preso di sorpresa, ed ero in una situazione inusuale…raccontato adesso FA RIDERE

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La prima volta che hanno cercato di uccidermi mi hanno preso di sorpresa, completamente alla sprovvista, mentre ero in una situazione completamente inusuale…e…raccontato adesso fa da ridere! Ho deciso di raccontare nei particolari questa storia in quanto si sono verificate numerose circostanze che a mio avviso chiariscono tante cose a riguardo del “mondo oscuro” e dintorni, in particolare dell’atteggiamento delle forze dell’ordine.

Ero a casa mia, le 02:00 di notte, ero solo nel mio appartamento e stavo finendo di parlare al telefono con Miriam ed era ancora un bel periodo tra di noi, era come se fossimo assieme anche se non si poteva dire, né tra di noi, Miriam non ha mai tollerato una relazione stabile, eravamo “amici”…e ogni tanto succedeva quella cosa…PUNTO, né tantomeno all’esterno: Per una serie di motivi la storia tra me e Miriam era un vero terrore per parecchie persone, ed era vista male da TUTTI, sia dentro che fuori il mondo oscuro.

Purtuttavia si cominciano a sentire i primi problemi dovuti al suo atteggiamento (rif. Post “paura di amare”), e mi aveva chiesto per la prima volta di non vederci per un giorno o due.

Proprio il sentir suonare alla porta è stata l’ultima ragione per chiudere la conversazione, che era comunque in fase finale. Pur essendo settembre inoltrato e in piena notte faceva caldo, parecchio caldo, io ero in pantaloncini e maglietta, ed i condizionatori dentro casa erano ancora sempre accesi. Era domenica, o meglio la notte tra domenica e lunedì.

Una premessa importante: I miei due cani, Masha e Carla, erano ospitati da amici perché poche ore prima mi era stato dato in affidamento uno dei cuccioli di Masha (fratello di Carla), il suo nome è SKY, pur avendo meno di un anno era già adulto.

L’idea era che dovevo insegnare a SKY alcune cose che il suo padrone non era riuscito a fargli fare, io non ho titoli di istruttore cinofilo, ma siccome sia Masha che Carla erano già addestrate e rispondevano correttamente  a numerosi comandi, contavo sul naturale istinto di imitazione/emulazione dei comportamenti del “branco” per riuscire nell’impresa (come poi infatti è stato, almeno per la maggior parte degli obiettivi), ed essendo la prima notte che SKY dormiva da me avevo preferito rimanere da solo con lui  per meglio concentrarmici, e fargli sentir meno la mancanza del padrone, dopo che me lo avevano consegnato avevamo fatto una lunghissima passeggiata per il centro, e stavo per mettermi a letto.

Insomma, tutto mi aspettavo tranne che di sentir suonare alla porta di casa a quell’ora.

Al citofono una voce minacciosa mi chiedeva di scendere, lo avevo immediatamente riconosciuto, d’ora in poi lo chiamerò SKIZZO, era una persona che seguivo, un pusher, che all’epoca aveva per me una vera e propria adorazione, Ignoravo i motivi per cui sembrava così arrabbiato con me, anche se ce ne potevano essere almeno un paio: la sua folle gelosia per la fidanzata ed uno sgarbo che avevo fatto alla persona che di recente gli aveva dato ospitalità.

Contando di poterlo far ragionare come mi era riuscito in passato ho preso alla leggera il tono minaccioso e sono sceso senza nemmeno cambiarmi, pantaloncini e maglietta, con una sigaretta ancora non accesa in una mano e le chiavi di casa nell’altra, lasciando in appartamento persino i cellulari. Ma non solo: non avevo nemmeno chiuso a chiave la porta di casa in quanto contavo che SKY non fosse in grado di aprirla.

MI STAVO SBAGLIANDO DI BRUTTO….E SU TUTTO!

Particolare importante che sino ad oggi mentre scrivo (09/01/2024) è ben lungi dall’essere chiarito: Mentre scendevo le scale ho sentito una voce femminile che parlava molto forte all’esterno, sembrava arrabbiata e sicuramente si rivolgeva a SKIZZO, sul momento ho pensato di trattasse di qualche vicina di casa e, preoccupato, ho accelerato il passo ed ho aperto velocemente la porta del condominio, spalancandola quasi del tutto.

Era esattamente quello che voleva SKIZZO, appena aperto, con me ancora dentro all’edificio mi ha attaccato con un oggetto contundente ricurvo in acciaio, rivelatosi poi essere uno degli attrezzi in dotazione all’auto da lui utilizzata in quel periodo, che la fidanzata gli metteva normalmente a disposizione.

Il primo colpo mi ha raggiunto alla testa sopra l’occhio sinistro, quasi esattamente sulla attaccatura dei capelli, e mi ha provocato una perdita di sangue immediata e copiosa, obbligandomi a tenere occupata la mano sinistra per fermare la perdita di sangue per tutto il resto della colluttazione e oltre.

Riesco a tamponare la ferita e a rimuovere il sangue periodicamente asciugandomi sui miei indumenti, e riesco a farlo abbastanza rapidamente da usare tutti e due gli occhi per gran parte della colluttazione, osservo SKIZZO: nonostante il caldo torrido indossa pantaloni lunghi scuri ed una felpa con cappuccio grigia che coprono l’intero corpo ed anche il capo, inoltre il cappuccio ‘è ampio e nell’oscurità gli rende facile nascondere il viso; infatti, nei primi momenti non gli vedo il volto.

CAPISCO SUBITO che è venuto per UCCIDERMI, non per “darmi una lezione”, non per intimidirmi o intimarmi qualcosa, non per rubare o fare qualsiasi altra cosa…può essere qui a quest’ora, vestito in quel modo e con quell’atteggiamento solo per un motivo: mi vuole UCCIDERE.

E questa consapevolezza MI AIUTA: ora non sono solo deluso da un balordo che poche giorni prima mi riempiva di complimenti e mi chiamava AMICO, ora sono ARRABBIATO, non mi basta sfuggirgli, ORA VOGLIO FARGLI DEL MALE….TANTO MALE.

 

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