C'è stato un momento all’inizio della nostra storia, quando abbiamo ammesso le emozioni e sentimenti che avevamo l’uno per l’altra, in cui io e Miriam eravamo spensierati e felici, è durato molto poco, MA fin da quell’istante mi ha espresso chiaramente, razionalmente e addirittura teorizzandola a suo modo, la sua paura di amare ed il suo sacro terrore per ogni relazione affettiva di lungo periodo.
Infatti mi ricordo il primo istante in cui siamo stati intimi, nel senso che ci siamo comportati come si può fare solamente tra persone che si amano.
Io ero a casa mia, Lei mi chiama al cellulare e mi dice di scendere, non mi ricordo neanche il motivo preciso per cui aveva deciso di passare da me, ma scendo le scale di corsa ed esco, Lei mi vede ed esce dalla macchina lasciandola nel bel mezzo della strada di accesso, una via secondaria, ma che tutti i residenti devono necessariamente percorrere, a bordo c’è un passeggero che rimane attonito ad osservare la scena e fa finta di armeggiare col suo cellulare cercando di ostentare indifferenza, Lei mi fa un sorriso meraviglioso, indescrivibile, e poi mi corre incontro a braccia aperte, ridendo, mi salta letteralmente al collo e con le gambe si avvinghia alla mia schiena, si attacca a me e mi stringe come una bambina che cerca affetto e protezione, io istintivamente uso le mani per sostenerla tenendola per le anche. Scherziamo, mi domanda maliziosa se non faccio fatica a tenerla così e se non sarebbe il caso di “cambiare posizione” io ribatto che non ci sono problemi ma in effetti se potessi usare una parte più centrale del mio corpo per sostenerla saremmo più stabili e comodi,,,,,e…aggiungo: “inoltre sarebbe senz’altro di reciproca soddisfazione”.
Ridiamo come bambini …. poi ci guardiamo negli occhi ed è il silenzio, la metto in giù e la spingo delicatamente contro il muro esterno dell’edificio… continuiamo a guardarci negli occhi mentre ci baciamo, il tempo si ferma, non esiste niente al di fuori di lei e me…Lei mi dice “non ho mai provato questa attrazione per nessuno…MAI!”… …è meraviglioso…è solo un istante ma cambia tutto.. MI cambia del tutto.
MA
Il suo volto con movimenti del volto microscopici improvvisamente si trasforma, ma quello che era il sorriso di una bambina felice ora assomiglia più al ghigno di un predatore ed i suoi occhi sono di sfida, mentre continua a baciarmi mi dice: “combatterò questa cosa in tutti i modi, farò di tutto per liberarmene”.
Io li sul momento non la prendo sul serio e continuo a ridere e a baciarla….ma…SBAGLIO!
ECCO, in quella frase, in quel momento c'è tutta l’essenza, lo spirito di quello che intendo quando parlo di PAURA DI AMARE…e.. ho potuto constatare che non è solo un problema di Miriam, è generalizzato, pervasivo in quello che io chiamo il dark world.
Nel mondo oscuro, popolato da tossici e malviventi l'amore è visto come una catastrofe, qualcosa da evitare come la peste bubbonica, e questo è valido per tutte le categorie, dal picchiatore al capo gang passando per prostitute e truffatori, ma è particolarmente vero per i tossicodipendenti.
Perché quella roba che ti fai, per quanto ti faccia fare delle cose che ti distruggono la vita, per quanto ti distrugga psicologicamente, quello non è in discussione, è uno stato ossessivo che finisce col diventare parte di te e alla fine definisce la tua stessa identità.
Quello stile di vita è autodistruttivo?...ma lo sanno benissimo…TUTTI!
Dal LORO punto di vista, indipendentemente dall’inevitabile epilogo, che viene spesso accettato o addirittura dato per scontato è considerato in qualche modo gestibile, controllabile.
Tutti loro sanno che abitudini come l’assunzione di stupefacenti, la prostituzione in cambio di una dose, il menare qualcuno su commissione, lo svaligiare case o rapinare la gente hanno inevitabili conseguenze, come trovarsi nell’impossibilità di trovare un lavoro e ripudiati dalla famiglia, ne sono consci, sono considerate cose “normali”, parti integranti di un modo di vivere, il LORO modo di vivere, che quasi sempre è il SOLO che conoscono.
Certo, ci sono i “rischi del mestiere”, come finire in galera per anni, essere rimpatriati, schiantarsi durante un inseguimento con la polizia, essere violentate da un balordo e prendersi l’aids, ma persino queste sono valutate come eventualità statisticamente gestibili, come il rischio per una assicurazione.
L’AMORE NO, quello è PER DEFINIZIONE qualcosa di INCONTROLLABILE, se ami veramente qualcuno, se ti innamori di qualcuno, perdi il controllo, e questo spaventa più di qualsiasi altra cosa.
E’ per questo che Miriam, sin dal preciso istante in cui abbiamo cominciato a provare dei sentimenti l'uno per l'altra, sin dall’inizio stava già programmando la fine del nostro rapporto, e ed è stata talmente corretta da dirmelo in faccia, e siccome non capivo me ne ha parlato, me lo ha spiegato a suo modo, lo ha quasi teorizzato: preferiva essere dipendente da crack/coca/eroina perché lo è stata praticamente per tutta la vita (anche perché Miriam non è una giovinetta, ha solo qualche anno meno di me).
L’unica cosa per lei non “controllabile” è perdere la testa per qualcuno, e me lo dimostrava con fatti e ricordi dettagliati, quando in passato le era successo c'erano state una serie di conseguenze e di situazioni che NEMMENO LEI era stata in grado di gestire.
Dopo i primi approcci intimi, alle volte persino nel bel mezzo di qualche momento indimenticabile, Miriam è diventata addirittura più esplicita: “farò finire questa cosa, farò di tutto perché finisca, e alla fine ci riuscirò”.
E purtroppo, ancora una volta aveva ragione Lei.