Le mie guide dell’aldilà sono molto rigide a riguardo degli impegni presi dalla mia anima in questo punto del mio percorso: era necessario che mi incarnassi come “uomo standard” con tutti i limiti che questo comporta come ad esempio: Niente percezioni extrasensoriali, niente poteri magici, capacità fisiche normali, sessualità limitata e rigorosamente eterosessuale, struttura mentale maschile e pertanto incapace di multitasking quanto di multiorgasmi (brutti stronzi, so che leggerete questa lettera e state sicuri che anche su questo quando torno FACCIAMO I CONTI!), ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
INSOMMA STEFANO: Hanno fatto di tutto per limitarmi ed in particolare, riguardo a noi due, hanno fatto di tutto per minimizzare l’influenza che TU hai avuto nella mia vita attuale, ma ci sono delle cose che non mi convincono, ed è per questo che ho deciso di comunicare direttamente con te.
Come ti ricorderai eri più di un amico, ti consideravo come un fratello, e per molte cose, nonostante avessimo la stessa età, eri un modello da seguire.
SI, E’ VERO: Poi hai cominciato a comportarti male con me, e dopo vari tentativi di mantenerlo, ho deciso di rompere ogni rapporto di amicizia, ho smesso di frequentarti e me ne sono andato per la mia strada.
Quando ci siamo visti l’ultima volta qui sulla Terra era il 1994, io mi ero laureato da poco più di un anno, avevo assolto gli obblighi di leva ed avevo trovato il mio primo lavoro, credo di essermi raramente sentito così realizzato in questa vita, probabilmente a causa della mia felicità non ritengo di essermi comportato bene con te, o perlomeno non abbastanza bene per i miei standard, indipendentemente dall’opinione delle mie guide.
Quello che mi fa soffrire sempre di più, e che adesso mi è insopportabile da ricordare, è che non ho minimamente percepito quanto male stavi TU in quell’istante, l’ultimo che ci era concesso assieme in queste vite.
Sei morto pochi mesi dopo di overdose, io lo sono venuto a sapere per caso solo mesi dopo, quando oramai eri sepolto chissà dove, e solo perché mia madre aveva incontrato la tua e si era messa a decantare le mie virtù, come era solita fare in quel periodo, e solo alla fine si era ricordata di domandare come stavi TU, facendo esplodere in lacrime la tua povera madre.
Nella mente semplice in cui mi trovo ora una delle poche cose positive è che non sento subito i colpi che mi assesta la vita, arrivano solamente dopo, innescati casualmente da eventi esterni o dal sopraggiungere di ricordi rimossi, così quando ho saputo della tua morte non ho provato grandi emozioni, ero indifferente, ed il solo commento che ho saputo fare è stato “cazzo! Non sapevo neanche che si drogasse”, non credo neanche di aver detto che mi dispiacesse, ero più preoccupato per tua madre che dispiaciuto per te!
Solamente dopo sono riaffiorati i ricordi di Te che mi proteggevi ed aiutavi in quell’ambiente urbano per me nuovo ed ostile, ricordi affilati come rasoi che mi sforzavo di reprimere ma che ostinatamente reclamavano pegno alla mia nuova vita di stimato ingegnere, mi ricordavano quanto pesante era stato per me il trasferimento in quell’inferno, di com’ero inadeguato ad affrontarlo con quel corpo che cresceva molto più lentamente del tuo e che mi faceva apparire come il fratellino stupido quando andavamo in giro
(Continua)