Devo tornare a casa dall’Ospedale, chiamo il mio solito amico (se non ci fosse stato Lui in questo periodo letteralmente non so cosa sarebbe successo), sia lui che la figlia hanno problemi a venirmi a prendere presto ma poi realizzo che non è necessario, sono nel principale ospedale della provincia di Treviso, perfettamente servito da mezzi pubblici, e riesco tranquillamente a muovermi.
Quando lascio l’Ospedale sembro uscito da un film dell’orrore: Ho una ampia fasciatura in testa e le tracce della colluttazione ben visibili in volto, la copiosa perdita di sangue è stata in gran parte assorbita dai capelli, che ho cominciato a tenere lunghi, e si è coagulata aumentando il volume della testa, il tutto assieme alla fasciatura mi dà un aspetto tipo elephant-man-picchiato-a-sangue.
La maglietta è stata tagliata dagli infermieri per non rischiare che andasse a strisciare con le ferite, soprattutto del capo, ed al momento della dimissione mi è stata fornita una camicia/casacca tipo quelle del personale sanitario, per giunta di colore che odio: Viola!
Sotto lo sguardo attonito dei passanti faccio il tragitto Ospedale->Stazione Treviso in autobus e poi Treviso-Mogliano in Treno, poi percorro a piedi il tratto dalla stazione a casa mia, praticamente attraversando l’intera Mogliano, ho un’andatura tipo zombie.
Non ho il coraggio di guardare il mio riflesso nelle vetrine ma la reazione della gente quando mi vede parla chiaro: inizialmente mi guardano con evidente stupore ma poi distolgono immediatamente lo sguardo tentando di far finta di nulla.
Arrivo a casa attorno alle 10:30 e mi occupo prima di SKY, che avevo lasciato solo e chiuso a chiave nel mio appartamento, provvedo acqua, cibo e tante coccole.
Poi mi spoglio e tolgo delicatamente la fasciatura, rido del mio aspetto inquietante, ed impiego almeno un’ora e mezza a lavarmi ripetutamente i capelli per rimuovere a pezzi il sangue coagulato, il pavimento della doccia si tinge di rosso bordeaux.
Nel frattempo, Miriam si fa sentire via chat su whatsapp, mi chiede di cose che non c’entrano nulla con l’accaduto, allora le chiedo se sa di quanto è successo nella notte, non mi risponde chiaramente ma alla fine mi chiama e si fa raccontare tutto.
Miriam decide di venirmi a trovare in serata e si porta dietro la sua “amica del cuore”, che d’ora in poi chiamerò Susy, che all’epoca era proprio la fidanzata di SKIZZO, quella che gli prestava normalmente l’auto.