Martedì 31 dicembre (si si, è proprio il 31 dicembre 2024, Capodanno), sono a casa mia a Mogliano completamente da solo, la famiglia di origine, o meglio i sopravvissuti rimasti, sono a Chioggia impegnati nella loro vita.
Distanti, perché se non hai una macchina, anche Chioggia è distante.
Anche i miei figli sono distanti, sequestrati dalla madre che approfitta della mia situazione per consolidare il rapporto con loro a scapito del mio, e allora li porta su in montagna (In realtà ha fatto benissimo, anche perché non sarei stato in grado di dare loro niente visto che sono povero in canna).
Ma c'è perfino qualcosa di peggiore di essere a Capodanno solo come un cane, anzi solo molto peggio di un cane, di non avere alcun soldo né alcuna risorsa economica disponibile, di essere costretto a mangiarsi semplicemente un piatto di spaghetti o un po' di riso, tra l'altro regalati da qualche anima pia.
SI, C'è qualcosa di perfino peggiore.
Si perché oggi finisce la storia d'amore più intensa e coinvolgente della mia vita! La storia con una persona meravigliosa ed inquietante, che d’ora in poi chiamerò Miriam, dal film “Miriam si sveglia a mezzanotte”.
Questo post e poi il libro che seguirà, perché ci voglio scrivere addirittura un libro, si chiamerà (La mia) Miriam si sveglia a mezzogiorno, e vedremo poi nel dettaglio per quali analogie., ma preciso subito che è perché “Mezzogiorno” è la caratteristica ora in cui la mia amata si sveglia….se e quando le cose le sono andate bene.
Voglio parlare di questa persona non tanto e non solo per la mia personale delusione amorosa. Ma perché Miriam è in qualche modo il simbolo, l’archetipo di modo di vivere, di un ambiente e delle situazioni ricorrenti che vi avvengono, parlo di in un ambiente tossico, un piccolo (?) mondo popolato da tossicodipendenti, da pusher o spacciatori di varia taglia, con un contorno di prostitute (di mestiere od “occasionali” per ottenere le dosi), ladri, picchiatori, truffatori, rapinatori, svaligiatori, topi di appartamento , malfattori di vario genere e, dulcis in fundo, poliziotti e carabinieri corrotti.
Insomma, tutta la gente che ruota attorno a quello che è il traffico di stupefacenti in Italia e nel mondo, che si tratti dei ghetti neri nell’America negli anni ’80 o della Sicilia di oggi, un traffico che in cui la palma d’oro della pericolosità e dei danni sociali causati è dovuta ad una specifica sostanza stupefacente: il crack, la cocaina fumabile, che ha da tempo surclassato l’Eroina, e miete vittime soprattutto fra giovani, ma non solo.
La persona di cui parlerò in questo post ne è l'archetipo, e non intendo solo l'archetipo di una “tossica di merda”, uso le parole con cui Lei stessa ha voluto definirsi nonostante le mie proteste, ma di tutte quelle che sono le caratteristiche psicologiche, sociali, culturali ed umane di una persona che vive da sempre in un ambiente altamente tossico, un “piccolo mondo” in cui la violenza e l’inganno sono gli unici metodi per sopravvivere è l’unica regola certa, dove se sei una bella donna le molestie sono quotidiane quanto ed i tentativi di stupro hanno cadenza mensile…mediamente.
Quindi la mia disavventura amorosa, il mio dolore, il mio dispiacere per una cosa meravigliosa e finita male non è il punto di cui voglio parlare, perché non è ovviamente di interesse “generale”.
No, il fatto è che la ragione delle mie (nostre) vicissitudini è legata a filo doppio a quelle che sono le caratteristiche strutturali dell'ambiente in cui Lei ed io viviamo, in cui io mi sono voluto inserire per la mia recente e spericolata vocazione di assistenza alle persone.
In questa serie di post non voglio dilungarmi sul perché sono venuto in contatto con questo ambiente, né delle ragioni e delle circostanze per cui ho incontrato la persona che adesso amo. Non solo sarebbe troppo lungo ma distrarrebbe l’attenzione verso altre tematiche che ho intenzione di dettagliare in un’altra serie di altri post e su altri libri.
Attraverso il racconto della mia personale delusione amorosa conto di spiegare alcune caratteristiche tipiche di questo ambiente, che io alle volte chiamo il “mondo oscuro”, perché penso che sia importante che qualcuno lo faccia.
L’ ambiente che io racconto è quello criminale e locale del Veneto semplicemente perché Io qui ci vivo, e pertanto ho avuto l’opportunità di conoscere conosco direttamente varie persone coinvolte, le dinamiche, i fatti che sono accaduti, ho tanti aneddoti da raccontare, che finiranno nei post del mio blog prima e nei miei libri poi.
Ma è tutt’altro che una questione locale.
Con alcune leggere differenze queste dinamiche, quelle stesse caratteristiche delle persone coinvolte, dei personaggi emergenti, sono qualcosa che si ripete ovunque, che ha un modello, un “pattern” riconoscibile, codificabile, e che è sempre più pervasivo ed inquietante.
E non è dissimile dalle situazioni che ho visto con i miei occhi in altri paesi né dalle dinamiche che ho visto descrivere negli articoli di giornale e nei libri che riguardano paesi lontani.
Buona Lettura!....e mi raccomando: TENETEVI FORTE!…o, come diciamo in Veneto.."DURI AI BANCHI"