MARCO FORNARO 

Marco Fornaro

Sono un ingegnere, un ipnotista, un coach, un intellettuale, ma soprattutto sono una persona che ha sempre vissuto molto intensamente

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Mio Padre e La (MIA) università

2023-08-14 16:55

Marco Fornaro

LETTERATURA, LE_MIE_STORIE, 2000004,

Mio Padre e La (MIA) università

Quando mi iscrissi alla facoltà di ingegneria mio padre andò su tutte le furie, litigammo rabbiosamente e non ci parlammo per mesi

Quando mi iscrissi alla facoltà di ingegneria mio padre andò su tutte le furie, mi aggredì, litigammo (più precisamente litigò) rabbiosamente in pubblico, e non volle incontrarmi e nemmeno parlarmi per ben 9 mesi

 

Era arrabbiatissimo perché NON avevo seguito i suoi consigli: Lui (che aveva fatto un percorso di studi estremamente impegnativo, culminato in una laurea in Fisica), mi aveva consigliato di NON iscrivermi proprio all’Università, a nessuna facoltà, men che meno a corsi di studio impegnativi

 

Mi aveva invece proposto di prendermi un periodo sabbatico e girare per il mondo, e nonostante le ristrettezze economiche era anche disposto a finanziarmi per “trovare la mia strada nel mondo….quello VERO”

 

Questo perché mio Padre era una persona molto sfortunata ma non nel senso “classico” del termine

 

Era stato sottratto in tenera età a sua madre, infatti il marito, suo papà e mio nonno, era un avvocato molto influente che aveva deciso di “separarsi” dalla moglie, anche se all’epoca non era legalmente possibile…

 

Così mio nonno andò in tribunale e convinse tutti che mia nonna, nota per essere una persona molto dolce e sensibile, era in realtà una poco di buono, inadatta ad allevare figli….correvano gli anni del 20ennio in Italia, mio nonno era molto potente e conosciuto…e vinse lui, i suoi figli, mio padre e mio zio furono tolti alla madre ed affidati a lui, che, non avendo tempo di occuparsene, li sub-affidò alle due zie, le sue sorelle

 

Le zie erano due donne terribili, una era una preside, l’altra una dirigente didattica, non si erano mai sposate e nemmeno si erano mai concesse avventure galanti, vivevano per la loro professione…PUNTO

 

Le mie zie si dedicarono all’educazione dei nipoti nel loro solito modo rigoroso e severo…mio padre venne presto spedito in un collegio gestito da preti, giudicato il migliore del triveneto, a seguire studi classici ovviamente…e li rimase, tornando a casa solo per le feste comandate fino alla maturità

 

Mio padre reagì bene agli studi, era il migliore del suo collegio, e alla maturità arrivò secondo su una commissione mista che comprendeva i tre migliori licei della nostra parte di Italia….per fare un esempio mi raccontava che, all’epoca, era in grado di leggere il greco antico a vista, senza bisogno di vocabolari

Poi decise per gli studi universitari, e scelse la facoltà di fisica a Padova, indirizzo stato solido, a causa del matrimonio precipitoso con mia Madre, e della mia nascita “prematura” fini tardi il corso di studi, ma sempre con il massimo dei voti, con la solita passione, e con un certo talento per gli argomenti “fighi”: fece la tesi sui semiconduttori appena prima della loro “esplosione” del mercato mondiale….

 

…Poi vennero i problemi che non riuscì a gestire: Le Frustrazioni della vita quotidiana dovute sostanzialmente allo stato sociale dell’insegnante nella nostra società, a suo dire assolutamente inferiore alle aspettative che LUI si era fatto per la sua vita.

 

Sarebbe forse un po' troppo lungo spiegare le motivazioni che inducevano mio padre a comportarsi così, ma in breve: si era convinto che, specialmente in Italia, ed ancora di più nella regione in cui noi vivevamo, il “successo sociale” era completamente indipendente dal titolo di studio, e, anche nelle professioni e ruoli sociali che necessariamente lo prevedevano (per es. avvocato, notaio, medico ecc ecc), era più una conseguenza di uno stato sociale già acquisito dalla famiglia, che la causa di questo, una sorta di “timbro” che in realtà marcava una differenza già esistente con il “popolino”, qualcosa che sarebbe esistito comunque, a prescindere dalla Laurea.

 

Ma non solo: insisteva che l’impegno lungo e totalizzante tipico di un corso di studi come ingegneria (almeno all’epoca), aveva dei sicuri, negativi e soprattutto permanenti effetti, come il drenare un’enormità di energie dalla “cose che contano veramente”, la creazione di “mentalità aliene ed avulse dalla realtà”, la incapacità di intrattenere rapporti umani profondi, e altre terrificanti cose.

 

Diceva che iscrivendomi ad ingegneria, e soprattutto seguendo e portando a termine il corso di studi, mi sarei “rovinato irreparabilmente” e che non ci sarebbe stata “nessuna redenzione”, sarei finito come riteneva di essere finito Lui: un reietto sociale “De Facto”, una persona a cui tutti fanno i complimenti ma che nessuno sceglierebbe come socio in affari… o come marito per la propria figlia….insomma uno sfigato a vita…di cui tutti ridono di nascosto.

 

Ma non erano gli unici argomenti che riportava mio padre, alcuni erano estremamente “oggettivi” del tipo:

“nell’area in cui viviamo” (si riferiva al Veneto) ”La zona con il più basso tasso di scolarizzazione” (si riferiva a Chioggia) “è allo stesso tempo l’area da sempre contrassegnata come di ‘reperimento capitali’ dalle Banche” , in pratica “Le banche sanno che dove si genera più ricchezza la gente ha una istruzione medio-bassa….o inesistente!”

(sempre riferito a Chioggia): “ne parla persino il Goldoni nel ‘700: già all’epoca era piena di personaggi rozzi, volgari, maneschi, vestiti di stracci, ripugnanti….e …..vergognosamente ricchi”

(sempre riferito a Chioggia): ”quando durante la seconda guerra mondiale in giro per la regione si moriva di fame, qui facevano soldi a palate con il contrabbando da/verso la jugoslavia, alimentavano il mercato nero dell’intero nord Italia, mentre gli ‘altri’ morivano nelle guerre, loro NO, loro erano pescatori, o operai navali, o ortolani, gente che non era il caso di mandare al fronte”

Oppure, più in generale: “Hemingway non aveva nessun titolo di studio, semplicemente se n’è andato in giro per il mondo combinandone di ogni…e ci ha scritto sopra dei libri”

 

Insomma: “i soldi non si fanno con materie dal nome altisonante….si fanno con LE ROBE MONA!” (LE COSE “STUPIDE”)

 

Mi ci vollero molti anni per ammettere che su molte, ma proprio molte cose, mio padre aveva ragione, ed i suoi insegnamenti mi sono stati molto utili: non ho mai rimpianto la mia scelta di iscrivermi all’Università, se potessi tornare indietro nel tempo lo rifarei senza dubbio, anzi sarei ancora più motivato, ma la considero per quello che è stata veramente: una bellissima esperienza di studio personale che mi ha arricchito come persona, non certo un volano economico-sociale.

 

Professional World changer @ non mi importa dei diritti legali, ma faccio causa ai bugiardi