Delle varie pratiche ricorrenti a cui Miriam mi sottoponeva, quella che qui descrivo era quella che personalmente trovavo la più dolorosa.
Miriam era convinta, e con ragione, che si cospirasse alle sue spalle per danneggiarla in vario modo, la paura più comune è che la denunciassero e/o segnalassero alla pubblica sicurezza circostanziando, deformandoli, avvenimenti realmente accaduti, o inventando prove di sana pianta. Quasi altrettanto temuta era la cospirazione per toglierle clienti e/o collegamenti con persone vitali per la sua attività, mettendola in cattiva luce o seminando sospetti su di Lei.
L’obiettivo finale delle cospirazioni era comunque uno solo: il toglierla di mezzo, farla finire di nuovo in carcere o obbligarla a sparire dalla circolazione per sempre.
Il suo timore per le cospirazioni, che per definizione sono fatte da persone vicine, lavorativamente o affettivamente, alla vittima la spingeva a fare scenate in cui mi accusava ferocemente di qualcosa, e le accuse potevano essere, e normalmente lo erano, assurde, letteralmente inverosimili al punto di essere ridicole.
Per esempio mi aveva accusato più volte di essermi messo d’accordo con una persona con cui avevo avuto enormi contrasti, che mi aveva provocato ingenti danni economici, ed i cui crimini nei miei confronti avevo denunciato formalmente alla pubblica sicurezza.
Ora, come si può pensare, che io mi metta d’accordo con una persona con cui ho una causa legale in corso?...e per fare cosa poi? Per danneggiare la donna di cui mi sono innamorato?
E’ una accusa evidentemente infondata, persino ridicola!, talmente ridicola che è persino difficile trovare una analogia.
Purtroppo qualsiasi argomentazione logica veniva cassata come una scusa, un alibi, e se le accuse erano basate sul “mi hanno detto” non era possibile né individuare la fonte né le circostanze, in realtà non erano accuse, nella enunciazione di Miriam erano già sentenze inappellabili.
Pur rendendomi razionalmente conto, sin dall’inizio, che si trattava di una tecnica, di un metodo per “mettere alla prova” una persona vicina e oggetto di confidenze non sono mai riuscito a non soffrirne emotivamente…E TANTO!